Newsletter aprile

«Mi sembri in gran forma!» ho detto a un collega macchinista più anziano, che aveva veramente un gran bell’aspetto. «In effetti, sto molto bene, soprattutto da quando lavoro a tempo parziale!» mi ha risposto. «Ah, bravo. Ti sei trovato un nuovo hobby, oppure hai ricevuto dei nipotini, per aver deciso dopo 35 anni di abbassare il tuo grado di impiego?» ho voluto sapere. «No, semplicemente non ne potevo più. Sei giorni di fila ad alzarsi o andare a dormire alle 2 o alle 3 per poi spesso avere solo due giorni di libero. Non ce la facevo più. La salute ne risentiva e con lei anche la mia famiglia. E il peggio è stato che, quando mi hanno confermato l’impiego a tempo parziale, non sapevo se essere contento o sentirmi in colpa!»

Ecco un altro collega che riduce il proprio grado d’impiego per ragioni di salute. Ciò ha però conseguenze anche sulla futura rendita pensionistica. È inconcepibile che noi dobbiamo ridurre il nostro grado d’impiego per mantenerci in grado di svolgere il nostro lavoro. E che il datore di lavoro, che pure è responsabile del nostro stato di salute, si limiti a prendere atto di questi sviluppi. Nell’economia privata, si parla da tempo della settimana lavorativa di quattro giorni, ma il personale di locomotiva è sempre ancora confrontato con la settimana di sei giorni, con il pretesto che la pianificazione non permette altre soluzioni.

I datori di lavoro chiedono sempre flessibilità da parte dei lavoratori. Flessibilità che noi prestiamo da anni. Ma dov’è la flessibilità da parte loro? Cosa ne è degli approcci innovativi per definire piani di lavoro che permettano di considerare anche la salute, il tempo libero e la vita di famiglia?

Ultimamente, i datori di lavoro sono arrivati a chiedere ancora maggior flessibilità ai macchinisti, sottoforma di un’integrazione a breve termine delle prestazioni nei turni. Sembra che questo sia un auspicio delle giovani generazioni.  A me risulta invece che i giovani vogliono piuttosto piani di lavoro chiari, con orari di inizio e fine turno definiti e una rotazione annuale. Le prossime generazioni attribuiscono infatti maggior valore al tempo libero e, per loro, il lavoro è solo il mezzo per finanziarlo.

Se i datori di lavoro non si adegueranno a queste richieste, rischieranno di vedersi confrontati con una mancanza di personale molto più importante di quella prevista.

Distribuzione e messa in esercizio del nuovo cellulare di servizio S23 – FFS traffico viaggiatori

Il personale di locomotiva e di accompagnamento treni è stato dotato del nuovo telefono cellulare di servizio Samsung S23. Il nuovo apparecchio è stato recapitato per posta e per la sua messa in esercizio è stato riconosciuto un accredito di tempo forfettario di 30 minuti. La CoPe ZFR era decisamente contraria a questo procedimento, anche per la mancanza di assistenza personale per la messa in esercizio. Inoltre, inizialmente non era previsto nemmeno un accredito di tempo per il ritiro dell’apparecchio presso l’ufficio postale, nei casi in cui non era stato possibile riceverlo a casa, in quanto assente per lavoro o per altri impegni. L’intervento della CoPe ZFR ha permesso di ottenere un ulteriore accredito di tempo di 15 minuti, da richiedere al superiore presentando l’avviso di ritiro della posta (…!). La LPV sostiene pienamente la posizione e il procedimento intrapreso dalla CoPe  ZFR.

Un collega della sezione di Basilea della LPV ha svolto un’approfondita verifica della compatibilità di questo procedimento con le disposizioni del CCL e della BAR del personale Loc, in particolare con l’art. 61.3 del CCL che sancisce il diritto di non dover essere raggiungibili.  La LPV ha quindi sottoposto la questione al servizio giuridico del SEV. Nella sua valutazione, esso giunge alla conclusione che la distribuzione e la messa in esercizio del cellulare di servizio sia da considerare una “direttiva del diritto del lavoro” relativa a uno “strumento indispensabile per lo svolgimento del lavoro”. Secondo la LDL, tuttavia, ciò comporta che tutto il tempo effettivamente destinato a questo procedimento debba essere riconosciuto come tempo di lavoro. Si pone inoltre anche la questione della responsabilità in caso di incidente sul percorso per ritirare l’apparecchio presso l’ufficio postale (Percorso di lavoro? Infortunio professionale?).

La posizione di ZFR non è ancora pervenuta. Secondo la LPV, comunque, questi chiarimenti giuridici influiranno anche sulle trattative future per il CCL e le BAR.

Dover decidere se essere mamma o macchinista? Insostenibile al giorno d’oggi!

 

Le macchiniste che vogliono pianificare la loro vita famigliare hanno grossi problemi. Per proteggere il figlio che portano in grembo, dal primo giorno di gravidanza non possono più lavorare sul treno. A causa del periodo di gravidanza e del susseguente congedo di maternità di quattro mesi, perdono anche la pratica di guida. Se non riescono a mantenere la pratica di guida minima di 200 ore all’anno, l’UFT pretende un esame pratico consistente in una corsa di prova accompagnata. Succede però anche che le FFS esigano una ripetizione parziale o persino completa dell’esame teorico.

Le difficoltà di trovare un impiego alternativo adeguato alle macchiniste durante il periodo di protezione della mamma inducono spesso le colleghe a ritornare il più presto possibile sulla locomotiva. Adesso però le FFS sostengono che le madri che allattano, rispettivamente che tirano il latte, compiono un’infrazione. Noi non siamo d’accordo e riteniamo che ciò sia in contrasto con le disposizioni di legge. La protezione delle madri deve valere durante la gravidanza e i quattro mesi seguenti. Vi è poi il periodo di allattamento che deve essere oggetto di una valutazione del rischio separata.

Se ciò venisse applicato come lo intendono le FFS, una neomamma non potrebbe più lavorare sul treno per almeno due anni, a seconda di quanto tempo vuole allattare il figlio o la figlia. Ciò complica però inutilmente il rientro ed è più che dubbio che le donne siano disposte a riaffrontare tutto il percorso per ottenere le varie certificazioni. L’alternativa che permetterebbe loro di evitare queste difficoltà sarebbe di arrendersi e rinunciare ad allattare. Oggigiorno, deve tuttavia essere possibile conciliare famiglia e professione, soprattutto laddove il datore di lavoro utilizza questo argomento come propaganda.

Io continuerò ad impegnarmi per questo

Esther – dirigente del gruppo specialistico donne –  

Visita alla LPV Ticino del 4 aprile 2024

Il 4 aprile, la presidente centrale LPV, Hanny Weissmüller e il presidente del SEV, Matthias Hartwich hanno reso visita alla LPV Ticino a Bellinzona. In apertura di questo incontro, Thomas Giedemann, segretario sindacale, ha ripercorso la storia di FFS Cargo, la cui situazione attuale è poi stata oggetto di un’approfondita discussione. Hanny Weissmüller ha riferito del suo recente incontro con Alexander Muhm, CEO di FFS Cargo e illustrato per sommi capi il grande progetto G-enesis.

In seguito, ha dato alcune spiegazioni sulle misure di digitalizzazione che dovremo attenderci ed esposto la posizione della LPV in merito.

In conclusione, è stata ribadita l’importanza della comunicazione dei problemi da parte della base, in modo che possano essere affrontati nelle sedi opportune. Poiché è l’unione a far la forza.

Siamo lieti di poter incontrare di nuovo i nostri membri per discutere con loro i temi d’attualità.

Convegno macchinisti B100 – 3 giugno 2024, Olten

Circa 700 collaboratrici e collaboratori delle FFS e di FFS Cargo lavorano come macchinista B100, in misura parziale o a tempo pieno. Nei rispettivi settori, rivestono un ruolo fondamentale per il funzionamento della loro entità organizzativa. Ciò nonostante, devono ancora battersi per un adeguato riconoscimento della loro funzione, sia in termini salariali, sia per tutte le altre condizioni di impiego.

Il SEV vi invita pertanto a una nuova edizione dell’incontro dedicato ai membri di questa categoria, che si svolgerà lunedì, 3 giugno 2024, dalle 10.15 alle 16, all’hotel Olten, presso la stazione di Olten.

Durante il convegno, verrà organizzata una refezione.

Vogliamo discutere tutti assieme dei problemi e delle sfide con le quali sono confrontati i macchinisti B100, nonché formulare le nostre rivendicazioni per il futuro. Questo convegno vuole dare una voce forte e chiara ai macchinisti B100. E più saremo, meglio sarà…

Ti ringraziamo per la tua iscrizione, che dovrà pervenirci entro il 21 maggio 2024.

Gli iscritti riceveranno a tempo debito il programma dettagliato del convegno.    

Convegno delle donne LPV – 5 giugno 2024 / 9.30 - 16.30, casa dell’università di Berna

Il 5 giugno, ci ritroveremo a Berna per il nostro convegno, al quale abbiamo invitato anche donne attive in altri settori dominati dai maschi e in cui si lavora a turni. Vogliamo sapere, per esempio, come viene protetta una mamma capitana presso Swiss e quali possibilità ha lei di conciliare professione e vita sociale. E qual è la nostra realtà? Quali sono i fattori importanti nella nostra quotidianità professionale? Quando siamo stressate e come ci comportiamo in queste situazioni? Cosa chiediamo al nostro datore di lavoro e cosa siamo disposte a concedere?

Questa giornata vuole permetterci di scambiare le nostre opinioni.

Sono previsti degli spuntini e il pranzo in comune e vi sarà una traduzione simultanea tedesco-francese-tedesco. Vi chiediamo di iscrivervi entro il 5 maggio tramite il sito internet (calendario) o inviandomi un’e-mail.

Vi aspetto con piacere.

Esther - dirigente del gruppo specialistico donne –   

Fondo del personale di locomotiva   

L’adesione al fondo del personale di locomotiva era sin qui riservata al personale loc di FFS, BLS e delle loro filiali. D’ora in poi, potranno invece iscriversi tutte le persone in possesso di una licenza di guida di veicoli ferroviari valida. I membri LPV hanno il vantaggio di non dover riscattare eventuali anni mancanti all’atto dell’iscrizione. Per ulteriori informazioni, potete consultare il sito:

https://fonds-locs.ch/